Archeologia

TESORI PERDUTI: Una splendida villa romana coperta dalla lava e dall’incuria

Scritto da Luigi Balzano

Autorevoli studiosi ed archeologi ritengono che le stanze affrescate della villa di Agrippa Postumo, scoperta nel 1903 a Boscotrecase in via Rota, l’odierna via T.L. Rossi, erano di finissima fattura. Negli ambienti spiccavano smalti e la luminosità dei colori delle pareti decorate si ispiravano allo stile egiziano. Sugli intonaci erano dipinti quadretti con personaggi del mondo religioso egiziano: Anubis, lo sciacallo, dio dei morti; il bue Apis, associato al Nilo; un faraone che reggeva un cobra sacro simbolo della regalità. Una bella e grande villa di campagna del Suburbio Pompeano di proprietà di “Agrippo Postumo” prozio di Nerone; una casa situata in posizione panoramica ed era fornita di tutte le comodità per fare una vita comoda ed agiata. Oltre alle raffinate pitture si rinvennero oggetti di bronzo, gemme, monete, braccialetti, anfore vinarie, un ceppo dove tenere gli schiavi puniti. Chissà quali altri tesori avrebbe potuto restituire se si fosse proceduto al completo recupero della casa distrutta dal Vesuvio nell’eruzione dell’aprile del 1906. Gli scavi della villa ebbero inizio nel marzo del 1903 nella proprietà del cavaliere Ernesto Santini, in occasione dei lavori per il nuovo tronco ferroviario della nuova linea tra Torre Annunziata – Boscotrecase, i tecnici furono costretti a scavare fino a dieci metri di profondità. Messo sull’avviso dai ritrovamenti avvenuti in zona, intanto i tesoro di Boscoreale era stato appena trafugato ed aveva preso il volo per essere venduto in Francia, il cavaliere Santini fece altre indagini sotto la guida dell’archeologo Matteo della Corte che recuperò affreschi e tesori fino all’arrivo del Vesuvio che seppellì per la seconda volta la splendida dimora di Agrippa Postumo. Come si salvarono le pitture? Prima della catastrofica eruzione del 1906 che distrusse buona parte del paese di Boscotrecase, alcuni affreschi vennero comprati dal Museo Nazionale di Napoli; altri affreschi furono venduti a collezionisti privati i quali o li rivendettero ad altri collezionisti o li donarono a famosi Musei esteri.

Autore

Luigi Balzano

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