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Alla scoperta di antiche ricette e di antichi sapori

Scritto da Luigi Balzano

Attraverso un viaggio enogastronomico intorno al vulcano più famoso del mondo. Passa anche per la via culinaria il rilancio turistico nel Parco Nazionale del Vesuvio. Una volta le antiche taverne , come moderne aree di servizio autostradale , erano disseminate lungo le grandi vie di comunicazioni. Nell’area vesuviana, lungo la strada regia che da Napoli conduceva a Torre Annunziata e da qui verso Nola, Scafati, Salerno, numerose taverne funzionano come servizio ristoro, posto di cambio per cavalli, albergo. Ci piace qui ricordare alcune di queste taverne della nostra zona, che si presentavano con caratteristiche costruttive tipiche: ampi spazi porticati dove veniva esposta la merce e dove si poteva mangiare all ‘ aperto. La taverna solitamente si componeva di uno spazio per la macellazione e cottura cibi, dell ‘ osteria per gli avventori , di una fresca cantina dove si conservava il vino locale.

Nel vesuviano numerose erano le taverne disseminate lungo le strade regie e agli incroci delle strade più frequentate. Se ne trovavano in località Piscinale, in località S. Francesco, ai Passanti, in località Zabatta a Terzigno. Le pietanze servite in queste taverne erano povere, ma gustose e saporite. Carni di maiale e di animali da cortile, frattaglie ed interiora, verdure ed ortaggi che provenivano direttamente dalla campagna vesuviana. Il vino versato direttamente dalla botte della cantina alla brocca che faceva bella mostra su una tavola imbandita con una tovaglia ( ‘o mesale) a quadri, bicchieri e piatti smaltati.Questo tipo di attività socio- turistica, se così vogliamo definirla, è andata avanti fino al dopo guerra quando, agli inizi degli anni 50, scompare del tutto lasciando il posto alla moderna ristorazione. Dalla taverna al ristorante, oggi il settore ha intrapreso diverse strade, diversificandosi in varie tipologie gastronomiche.


Il panorama è variegato e si passa dai locali che offrono la tipica cucina locale, ai ristoranti che prediligono la cucina nazionale ed internazionale, ai pub, ai wine-bar dove è possibile gustare stuzzicherei nostrane accompagnate da una eccellente carta dei vini. Nel vesuviano una buona parte del settore si è specializzata nella cosiddetta “ristorazione da cerimonie“, ristoranti attrezzati con ampie sale, capaci di ospitare fino a mille coperti, muniti di tutti i confort ed in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi clientela… tranne quella che in gergo viene chiamata “spicciolata“. In altre parole i grandi ristoranti del Vesuvio sono in grado di ospitare meeting e banchetti ma non una piccola, allegra comitiva. Fortunatamente nel Vesuviano troviamo anche numerosi ristoranti e ritrovi dove poter gustare una sana, gustosa e prelibata cucina nostrana. Questa formidabile catena di locali “slow- food” sembra aver attecchito sulla clientela dal palato fino, a dispetto dei “fast- food” locali dove frettolosamente si consumano anonimi pasti dal dubbio gusto, tipica usanza “made in U. S. A.”. E’ dunque arrivato il momento della riscoperta delle antiche taverne, della riscoperta delle ricette di una volta, fatte di cose genuine, di sapori veri. Nel vesuviano, come abbiamo detto, si contano ormai a decine i ristoratori che propongono questo tipo di cucina e, a vendere i tavoli quasi sempre pieni, sembra con successo.


Il segreto?


Prodotti della nostra terra (melanzane, peperoni, verdure, legumi. ) proposti in mille modi. Qualche succulenta proposta: pasta e fagioli, melanzane a barchetta, minestra marita, peperoni imbottiti o alla griglia, il tutto innaffiato con i fantastici vini doc del Vesuvio. Una vera e propria “movida vesuviana” che soprattutto nei fine settimana trasforma questa parte del Vesuvio in un gustoso itinerario gastronomico.

Autore

Luigi Balzano

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