Storia

La Religione e il Vesuvio

Scritto da Anna Paduano

La religione irrompe nella vita dell’ uomo. L’unica realtà evidente, l’unico appiglio che offre un senso alla vita è l’ indissolubile rapporto tra uomo e spiritualità. Oggi come ieri un legame intenso, forte, indiscusso. Ma tale rapporto con Dio viene ancor più potenziato dalla tragicità degli eventi e degli ostacoli che ogni giorno madre natura ci impone. E’ così che il nostro territorio, il “Pagus Augustus felis suburbanus” (così chiamato ai tempi dei romani), diventa testimonianza di storia e religione. L’ area vesuviana è ricca di reperti archeologici, edifici religiosi e chiese, prova della fervida attività religiosa presente nei dintorni del grande vulcano. Tutto ha inizio nel 79 d.C. I romani, ignari della pericolosità di quel monte che li sovrastava, tanto tranquillo quanto generoso, scoprirono che dietro quella rigogliosa vegetazione vi era un temibile vulcano, pronto da lì a poco a spazzare via tutte le città del “Pagus suburbanus”. E così fu. Ogni cosa fu distrutta. Per lunghissimi anni l’ intero territorio rimase spopolato.


Fu dopo l’ anno mille che il nostro territorio diventò sede di alcune piccole chiese. Il re Roberto D’ Angiò, nel 1337, regalò una parte del territorio del castello di Ottajano a 3 case religiose, che sua moglie Sancia aveva fondato a Napoli. Da lì,il bosco, denominato “Silva Mala” dopo la prima eruzione del Vesuvio, prenderà il nome di “Bosci trium domorum“, ovvero Boscotrecase, il territorio appartenente alle 3 case religiose. Il nostro territorio cominciò a ripopolarsi grazie all’opera di disboscamento ecoltivazione promossa dalle 3 case religiose; i primi nuclei di case sorsero proprio a ridosso delle chiese. La religiosità era ormai radicata nel territorio. Nel 1600 insorsero i 2 quartieri più popolosi di Boscotrecase: Oratorio e Annunziatella. La contrada Annunziatela prende il nome dalla piccola chiesa fondata dai padri Agostiniani e dopo,eretta a parrocchia nel 1668,sotto il titolo di “Ave Gratia Plena“. La chiesa, a 3 navate a croce latina, nel corso del 700 venne ampliata e abbellita con tele ed opere d’arte di artisti della scuola napoletana. Nel 1747, anno in cui fu costruito l’altare maggiore dedicato all’ Annunciazione e che ospita una bellissima tela datata 1637, raggiunse le attuali dimensioni. Lateralmente all’altare maggiore vi è un tempietto in stile gotico dedicato alla Madonna dell’Addolorata. Gli altari delle navate laterali ospitano pregevoli tele di artisti di scuola napoletana del 600-700. Dopo gli eventi sismici del Novembre 1980, è stata finalmente riaperta al culto. Su via Annunziatella tutt’ora si affacciano eleganti palazzotti in stile neoclassico, quali palazzo Criscuolo, palazzo Amoroso, palazzo Persico. Tutti con il caratteristico portone in pietra vesuviana.


Il quartiere Oratorio, invece, detto anche “alle potechelle“, prende il nome da un oratorio festivo di una cappella dedicata alla natività della Beata Vergine Maria, già esistente prima del 1628 ed ora confraternita dell’Immacolata, presso la chiesa parrocchiale di Sant’Anna. Nel 1668, gli stessi cittadini di Boscotrecase chiesero alla curia Arcivescovile di Napoli di istituire due nuove parrocchie: quella del quartiere Oratorio sarà dedicata a Sant’Anna. Nei pressi della piazza venne eretta anche una piccola chiesetta dedicata al culto di San Francesco d’Assisi, con annessa biblioteca francescana. 1907: la giornalista e scrittrice napoletana Matilde Serao, testimone dell’ultima eruzione del Vesuvio, fornisce, tra le pagine del suo “Sterminator Vesevo“, la descrizione della vecchia chiesa di Sant’Anna sommersa da cenere e lapilli. Nella rievocazione storica della Serao di quel tragico evento un accadimento colpisce più degli altri. I fedeli in preghiera per fermare la minaccia della colata lavica, che stava per invadere il quartiere Oratorio, portarono verso la lava la statua di Sant’Anna, patrona di Boscotrecase. Il fiume di lava si arrestò.


Stessa cosa a Torre Annunziata. La Madonna della Neve, portata con una solenne processione nei pressi del cimitero, deviò il corso della lava salvando la città e i suoi abitanti. Oggi una lapide ne testimonia il miracolo. Ancora una volta la fede come protagonista. Ancora una volta la religione in soccorso ai fedeli. Ma se più volte la fede ci ha aiutato nella tragicità degli eventi, altre volte è stata fatale. Agghiaccianti le notizie degli innumerevoli morti imprigionati nelle chiese e nei luoghi di culto durante le temibili eruzioni del Vesuvio. Tra gioia, paura, angoscia ed eventi miracolosi, il grande gigante continua e continuerà a far parlare di sé. L’uomo non può fare altro che vivere e aspettare. Deve avere la consapevolezza di essere solo una piccola parte di questo grande macrocosmo quale è il Mondo, di sentire il bisogno di avere e credere in un fine ultimo alla propria esistenza.

Autore

Anna Paduano

lascia un commento